Capa delgada

2024

Scavo: 160x80x25 cm
Terra e materiali vari, ritrovamenti in buste di plastica e capsule di Petri su tavolo luminoso 160×80 cm.
Allestimento a dimensioni ambiente.

 

Lavoro realizzato presso l’Istituto Italiano di Cultura a Città del Messico, curato da Error, su invito dell’Ambasciata Italiana in Messico.

Il lavoro è una operazione estetica che utilizza la metodologia dello scavo archeologico per indagare il sottile strato di terra che sta sotto i nostri piedi. Ma, mentre l’archeologia è interessata a rivelare le tracce e i manufatti antropici, in questo scavo l’attenzione è rivolta a tutti gli elementi che la terra contiene, naturali e artificiali, in relazione reciproca.

In un primo momento è stato realizzato un piccolo scavo nel giardino posteriore dell’Istituto, facendo emergere forme come una scultura in negativo. Successivamente parte della terra estratta è stata accuratamente setacciata separando la parte più grossa da quella più fine, dividendola per colori, e recuperando ogni elemento che conteneva, nei diversi gradi di decomposizione. Un’operazione di separazione che sospende temporaneamente il processo di disgregazione e rigenerazione che avviene nel suolo, per permettere di visualizzare ciò che c’è dentro la terra senza la terra attorno, la ricchezza del sottosuolo, e che alla fine dell’esposizione verrà ripristinato rimescolando tutti gli elementi e riversando la terra nello scavo.
Tutto ciò che si trova in mostra proviene dallo scavo nel giardino.

Lo scavo è un processo di conoscenza che prende forma mentre si compie, attraversando le stratificazioni della materia e del tempo. Un metodo di indagine scientifico che diventa un metodo di indagine estetico. È una pratica che permette di indagare la relazione tra tempo umano e tempo terreste, geologico, attraverso l’elemento terra, e di far riemergere “il rimosso”, ciò che il suolo cela, ingloba e rielabora, esplorando una dimensione sotterranea ed organica dell’esistere.
Le forme che emergono da questo processo, oltre allo scavo, sono tumuli di terra disgregata e una serie di ritrovamenti, frammenti di un mondo in continua trasformazione.

Lo scopo di questa azione è di riconnetterci con l’elemento terra, da cui abbiamo preso una distanza che non ci permette più di conoscerlo, e di mettere in risonanza il nostro pensiero con la storia organica della Terra, la natura di cui siamo parte, per acquisire una integrità di visione necessaria ad un pensiero ecologico.